Prende lo zaino blu, ci infila la scatola di metallo e la coperta ed esce sul terrazzo. L'aria della notte è fredda è pungente, muta. Raggiunge in pochi passi il graticcio di legno su cui si intrecciano le rose rampicanti, qualcuna ostinata è fiorita, presto finirà in petali morti e rami pieni di spine. Tasta il muro con le mani e trova gli appigli famigliari, scavati tra i mattoni dopo molte e molte scalate con un balzo è sul tetto, tra i tetti della sua minuscola città, in cui il terrazzo con le rose di Zia Mare sembra un mazzo di fiori tra le mani rugose di una vecchia.
Si siede e si infila un lembo di coperta sotto il sedere, le tegole sono fredde, ci si avvolge dentro, è calda, tra le ginocchia lo zaino con dentro la scatola di metallo, la apre facendo cigolare i piccoli cardini, i disegni sono sbiaditi come dinosauri sullo zaino, prende un biscotto.
Stasera dovrà fare senza latte."