L'orso che non c'era

Non è che si possono recensire tutte le novità man mano che vengono pubblicate, anche perché mica tutte meritano attenzione.
Ma ci sono autori e/o illustratori per cui si parte già sapendo che la recensione poi ci scappa.
Qualche volta si resta delusi, ma per la maggior parte delle volte no.
Questo è uno di questi casi. Perché Wolf Erlbruch è uno dei nostri autori preferiti, ma vi dirò di più. In questo caso non è solo l'illustrazione, sempre particolare ed inconfondibile di Erlbruch che merita qualche parola, quanto il testo di questa storia, scritta da Oren Lavie, compositore, musicista e drammaturgo, al suo primo libro.
 
Sarà l'imprinting musicale che gli ha permesso di scrivere una storia così "sonora" dove si alternano allegri e adagi, lenti e andanti. Il movimento del tempo, si snoda insieme alla storia di un Prurito che cresce fino a coprirsi di pelliccia da cui spuntano braccia e gambe e persino un naso.
 
L'Orso che Non C'era comincia così una simpatica e profonda ricerca di se stesso e della risposta ad un'importantissima domanda: Tu sei me?
Sarà aiutato dalla Mucca Mollacciona e dal Ramarro Rilassato che gli faranno scoprire la felicità perché "Trovare degli amici è bello, ma trovare dei vecchi amici è molto meglio"!
E poi il Penultimo Pinguino, molto impegnato a pensare, dopo aver contato ben due volte i fiori del prato, permetterà a Orso che Non C'era di concludere che ci sono Bellissimi fiori intorno a lui, ed anche intorno a noi, basta guardare con occhi diversi e attenti.
Perché è "molto meglio annusarli i fiori piuttosto che contarli".
Infine una Taxi-Tartaruga che, come Orso sta andando...Avanti...perché è un posto famoso e sembra che oggigiorno vadano tutti lì; anche se è un posto molto lontano e difficile da raggiungere per cui ci si perde...perché perdersi fa parte dell'andare Avanti...

 

E/O Edizioni
Lettura da 6 anni
€ 12,00

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