Il maialibro

Natale si avvicina sempre più ed oggi è iniziato il conto alla rovescia quindi noi ci siamo "armate" di un Calendario dell'Avvento molto speciale, che giorno per giorno condivideremo con voi...



Abbiamo scelto 24 libri tra narrativa, albi illustrati e divulgazione, un po' per tutte le età, sperando di suggerirvi qualche idea per un bel regalo di Natale. Perché, come dice il nostro amico Andrea: "A Natale investi in libri, sono titoli sicuri!".

Ecco la nostra prima scelta:


Il Maialibro di Anthony Browne, tradotto da G. Manna e E. Rolla, edito da Kalandraka.
 
La famiglia Maialozzi è una famiglia come tante, un papà che lavora fuori casa, una mamma che si occupa delle faccende domestiche, due figli che vanno a scuola e a casa la fanno da padroni.



Finché  un giorno la mamma si stufa e decide di andarsene, lasciando i familiari ad occuparsi di se stessi… e i Maialozzi, maiali di nome e di fatto, senza l’accudimento materno assumono sempre di  più  sembianze bestiali
 
finché   si rendono conto che in una famiglia ogni individuo è unico ed importante.
La storia è stata scritta ed illustrata nel 1986 da Anthony Browne, e solo ora viene pubblicata in Italia, nella collana “Libri per sognare”, dalla casa editrice Kalandraka.
L’intento di proporre una lettura critica rispetto alla divisione sessista dei ruoli e in generale contro  gli stereotipi di genere, è netta e dichiarata già rispetto alla scelta della copertina che, con la cornice,  ricorda volutamente quelle di tanti bei volumi della famosa casa editrice milanese degli anni settanta “Dalla parte delle bambine”.
Nondimeno, sia  il testo scritto che l’iconografia, spronano alla criticità rispetto a tali temi: all’inizio il padre è disegnato a piena pagina, ritratto in poltrona, intento a leggere il giornale o a riposare  e chiama la moglie solo per sapere se è pronta la cena, poi, rimasto solo ad accudire se stesso ed i figli, diventa un maiale che bofonchia, grugnisce e mugugna: ritrova la parola (in Maiuscolo!!!) solo quando chiede perdono. I figli lo stesso. Invece la  mamma viene rappresentata in modo opposto: all’inizio più in piccolo con colori ovattati, come sfumata quando si occupa di casa, famiglia e lavoro, poi nitida e a colori quando ritorna e viene finalmente vista dai familiari non solo come madre e moglie, ma come persona che sceglie di fare, come tutti gli altri, quello che le va:  stare con chi ama, ma anche sistemare il motore della macchina, lavoro da sempre del tutto al maschile nell’immaginario collettivo.
Lettura dai 7 anni

 

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