“Proseguo fino alla fine della strada, poi torno indietro, chinando la
testa mentre cammino lungo la strada di servizio dietro ai negozi. Nelly non
deve vedermi tornare indietro, così uso la scala antincendio. Ho appena
infilato una gamba in camera quando noto Jay, seduto sul letto, che mi fissa.
“Che fai?”
Per un attimo, a cavalcioni sul davanzale, mi sento raggelare, poi
vedo i suoi occhi e mi accorgo che sta ancora dormendo. Jay lo fa spesso,
soprattutto nel cuore della notte. Riesci a fare con lui un’intera
conversazione e al mattino non ne ricorda una sola parola.
Chiudo la finestra e vado verso il suo letto. Mi guarda e aggrotta le
sopracciglia, e ricordo che sono ancora vestito da Mamma. “Non è ancora ora di
alzarsi” gli dico, cercando di imitare la voce di Mamma. Jay rabbrividisce per
un attimo, poi si rimette giù e si avvita su se stesso, con gli occhi chiusi.
Mi inginocchio vicino al letto e gli accarezzo i capelli, e dopo qualche minuto
il suo respiro torna regolare. Mi alzo in silenzio e scivolo fuori dalla
stanza.
E’ ancora presto, ma mi ronzano troppi pensieri nel cervello per
tornare a dormire. Mi preparo per la scuola, poi accendo la tv. Non c’è niente
da guardare, così mi sparo tre episodi di Pingu, e poi mi addormento. Quando mi sveglio, Jay è seduto accanto a me.
Gli dico che Mamma è tornata tardi ieri sera e ora è andata al lavoro.
Non voglio che racconti a nessuno che lei non c’è.
“Lo so” dice. “L’ho vista.”
“Cosa?” E’ come se qualcosa mi stesse scalciando dentro al petto.
“L’ho vista prima che uscisse” dice Jay. “Tu dormivi ancora”.
La mia mente memorizza l’informazione – Mamma è tornata mentre io
dormivo qui sul divano? O è tornata ancora prima che io uscissi?
“Era in camera nostra” dice “seduta alla finestra”.
Solo allora capisco che sta parlando di me.
Espiro e mi lascio andare a un sorriso. Sembra che l’Inganno all’Alba
abbia funzionato meglio di quanto mi aspettassi. Spero solo che Nelly Ficcanaso
ci sia cascata altrettanto facilmente.”
Laurence ha quindi anni, è un ragazzo molto responsabile e nell’emergenza,
ovvero quando la madre una sera non torna a casa, decide di prendersi cura di
Jay, il suo fratellino. In realtà Jay non ha lo stesso padre di Laurence, ma
lui sa che la loro situazione è precaria, che vivono in una casa che non può
definirsi casa, che la madre quasi sempre ubriaca non è sempre in grado di fare
la mamma e che gli assistenti sociali in un batter d’occhio li dividerebbero
portandoli chissà dove se li sapessero soli.
Secondo Laurence invece Mamma ha solo bisogno di una bella vacanza in
qualche paese esotico e partecipa (fingendosi il padre deceduto) tutte le sere,
puntuale alle nove, ad un programma radiofonico per vincere il viaggio.
Quindici giorni di sotterfugi: per evitare la vicina di casa troppo
curiosa, per non far perdere il lavoro a mamma, anche se a lavorare non ci va,
per trovare i soldi per mangiare quando in casa non c’è più niente e lo stomaco
brontola, per trovare i soldi per tirare avanti e soprattutto per non perdere l’appuntamento
delle ventuno con il conducente radiofonico e le sue domande di cultura
generale.
Fortunatamente Laurence non è solo: con lui c’è Mina, una compagna di
classe coraggiosa e risoluta e Scooby Doo!
Assolutamente da leggere.
“Quindici giorni senza testa” di Dave Cousins (San Paolo)
Vincitore del premio Andersen 2013 come miglior libro 15 anni, ma noi
lo suggeriamo anche dai 13.
€ 17,90
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